Il punto sulla parità di genere nello spettacolo dal vivo
Il Teatro è un consumo culturale scelto per la maggioranza dalle donne.
A dirlo è l’ISTAT che, nell’indagine sulla gestione del tempo libero da parte degli italiani condotta nel corso del 2019, ha stimato che il pubblico teatrale è composto per la maggioranza da donne: 56,3% contro il 43,7% di uomini.
Il settore culturale in Italia, però, è anche il settore economico in cui vi è la maggiore presenza di donne lavoratrici (47,7%). Eppure si tratta di un settore fragile, in cui le disparità di genere sono ancora molto presenti e radicate. Già nel 2014, l’UNESCO aveva avviato uno studio per valutare il coinvolgimento e l’uguaglianza delle donne all’interno del settore: i risultati dipingevano un settore in cui le figure femminili venivano impiegate maggiormente in alcune professioni specifiche e con difficile accesso alle sfere decisionali.
Per quanto riguarda nello specifico il settore dello spettacolo dal vivo, è stata svolta nel corso di quest’anno per la prima volta un’indagine statistica che ha prodotto una mappatura dell’impiego di lavoratori e lavoratrici del mondo dello spettacolo, da parte dell’associazione Amleta.
Amleta ricorda che la maggior parte delle persone sedute nelle nostre platee, la maggior parte del pubblico pagante sono donne, che hanno il diritto di vedersi rappresentate, e di vederlo fatto attraverso storie che le raccontino in maniera equilibrata e non stereotipata.
L’indagine di Amleta evidenzia una segregazione occupazionale netta nel mondo dello spettacolo, cioè una situazione in cui per alcuni lavori sono impiegati maggiormente dei lavoratori che posseggono certe caratteristiche. Si formano così delle vere e proprie categorie di lavori, dove diventa normale che una donna sia sarta e che un tecnico sia uomo.
La mappatura non si ferma qui: le donne, oltre a essere meno presenti nelle professioni, sono anche meno presenti sui maggiori palchi nazionali. Sono inoltre generalmente escluse dalle professioni di decisione e direzione. In Italia solo 6 teatri su 24 sono diretti da donne. Nessuna donna è direttrice di un Teatro Nazionale. Questa situazione si riflette anche nel mondo musicale dove le figure femminili sono proprietarie o amministrano solo il 15% delle etichette musicali.
Questo fenomeno si chiama glass ceiling, proprio a indicare quanto sia difficile per le donne rompere il “tetto di cristallo” che le separa da quelle professioni decisionali da cui sono prevalentemente escluse.
Di fronte a questi dati, che cosa fare?
In Italia la riflessione è stata portata avanti negli ultimi anni dall’esperta del settore culturale Flavia Barca. Nell’estate 2020 è stata lanciata una call of paper con l’obiettivo di identificare le criticità del gender gap presente nel settore culturale italiano e pensare a strategie e misure attuare per intervenire.
Il nostro teatro da alcuni anni dedica uno specifico filone della rassegna teatrale alle donne come attrici e come parte del pubblico. Il titolo, non a caso, è Donne in scena e racconta, attraverso differenti linguaggi teatrali, sfumature e punti di vista, alcuni scorci del mondo femminile, sottolineando di volta in volta aspetti diversi: dal coraggio, alla resilienza, all’umorismo.
Ha aperto la stagione 2021/2022 del Teatro della Concordia uno spettacolo dedicato alla figura della giornalista Ilaria Alpi. Il fil rouge è continuato con un toccante monologo di Valeria Solarino in Gerico Innocenza Rosa. Presto in scena, in occasione del 25 novembre Giornata Mondiale per l’eliminazione della Violenza sulle Donne, la giornalista Livia Grossi presenterà Nonostante voi, un reportage teatrale che racconta come le diverse e tragiche vite di tre donne siano riuscite a trasformarsi in riscatto.
Il mondo femminile raccontato in musica in modo straordinario da Fabrizio De André sarà rappresentato sulla scena dal gruppo Rose di Rame, in programmazione a gennaio 2022. Le quattro attrici comiche di ApPUNTI G, invece, affronteranno il tema della sessualità in modo dissacrante e ironico, cercando di interrogarsi su pregiudizi e luoghi comuni.
Proprio riguardo a stereotipi e pregiudizi, Valentina Lodovini sarà protagonista dello spettacolo Tutta casa, letto e chiesa, scritto con ironia pungente da Franca Rame e Dario Fo alla fine degli anni ’70. La proverbiale leggerezza e bravura di Vanessa Incontrada offrirà poi al pubblico una divertente commedia e l’opportunità di assistere finalmente allo spettacolo Scusa sono in riunione… ci sentiamo più tardi, annullato a causa del Covid nel 2020. Infine, Isabella Ragonese in Da lontano: chiusa sul rimpianto, racconterà la storia di una figlia, diventata terapeuta, che cerca di aiutare la propria fragile madre.
In un mondo che ogni giorno ci pone davanti gravi violazioni dei diritti umani e truci fenomeni di violenza, è non solo importante bensì mandatorio ricordare che la figura femminile va rispettata e valutata come paritaria a quella maschile non solo il 25 novembre. La parità di genere deve esistere tutti i giorni, tutto l’anno. Dal teatro, alla politica, alla vita quotidiana. Solo così potremo finalmente parlare di civiltà.