Lella Costa in: “OTELLO, DI PAROLE PRECISE SI VIVE”
Questo è il caso di Otello per Gabriele Vacis e Lella Costa. Hanno deciso di rimettere in scena la loro versione dopo 24 anni, mantenendo intatta la trama di Shakespeare ma aggiornando le parti che contenevano allusioni non più comprensibili al pubblico contemporaneo. La storia di Otello, con temi come lavoratori stranieri, matrimoni misti, manipolazione e femminicidio, risulta incredibilmente attuale, rendendo ancora più impellente la necessità di continuare a raccontarla.
CREDITI:
Drammaturgia: Lella Costa e Gabriele Vacis
Scenofonia: Roberto Tarasco
Scene: Lucio Diana
Regia: Gabriele Vacis
Produzione: Teatro Carcano
Distribuzione: Mismaonda
Durata: 90 minuti
Succede con i grandi autori, forse soprattutto con Shakespeare: i loro testi, le loro storie, i loro personaggi sono, letteralmente, immortali. Continuano a parlarci, a stupirci, a incantarci; a volte ci aiutano perfino a capire chi siamo, cosa ci sta succedendo adesso.
E quando incontri una di queste storie perfette in genere te ne innamori, e soprattutto ti rendi conto che non avrebbe alcun senso provare a inventarne un’altra per dire le stesse cose, ma che è lecito, forse perfino doveroso, continuare a raccontare quella. Precisamente quella.
E’ quello che è successo a Gabriele Vacis e a me, e non una volta sola.
E’ quello che ci ha entusiasmati a tal punto da pensare di riportare in scena, dopo 24 anni, il nostro Otello, preservando intatta la sostanza narrativa (Shakespeare) ma intervenendo e modificando quelle parti in cui l’attualità, o meglio la contemporaneità, richiedevano un aggiornamento. Quelle parti in cui lo stesso Bardo si divertiva a inserire allusioni e citazioni per noi incomprensibili (chi mai sarà quel “Signor Angelo” che condiziona perfino il Doge?), ma che sicuramente per gli spettatori dell’epoca erano chiarissime, e probabilmente molto divertenti.
Se poi ci aggiungiamo una trama folgorante, il cui riassunto potrebbe sembrare una notizia di cronaca di oggi (un lavoratore straniero altamente qualificato, un matrimonio misto, una manipolazione meschina e abilissima, un uso doloso e spregiudicato del linguaggio, un femminicidio con successivo suicidio del colpevole), allora ci rendiamo conto di quanto bisogno abbiamo di continuare a raccontare e ascoltare questa storia.
Precisamente questa.
Lella Costa