L’USIGNOLO E L’IMPERATORE
Il grande imperatore della Cina scopre che la meraviglia più invidiata al mondo è il canto di un usignolo che vive nel suo immenso giardino reale. Quando finalmente ascolta quel canto, si commuove di tanta bellezza e fa rinchiudere l’usignolo nel suo palazzo reale. Un giorno, però, gli viene offerto in omaggio un uccellino meccanico capace di cantare a comando con perfezione inaudita. Il nuovo arrivo soppianta l’usignolo che vola via, senza fare più ritorno.
Crediti:
Ispirata a L’usignolo di Hans Christian Andersen
Con Mirjam Schiavello, Pasquale Buonarota e Alessandro Pisci
Regia, ideazione scene e costumi Giacomo Ravicchio
Testo Pasquale Buonarota, Alessandro Pisci e Giacomo Ravicchio
Produzione: Fondazione TRG
Durata spettacolo: 60 minuti
Il grande imperatore della Cina scopre che la meraviglia più invidiata al mondo è il canto di un usignolo che vive nel suo immenso giardino reale. Quando finalmente ascolta quel canto, si commuove di tanta bellezza e fa rinchiudere l’usignolo nel suo palazzo reale. Un giorno, però, gli viene offerto in omaggio un uccellino meccanico capace di cantare a comando con perfezione inaudita. Il nuovo arrivo soppianta l’usignolo che vola via, senza fare più ritorno. L’uccellino meccanico, con la sua ripetuta perfezione, non riesce però a colmare la nostalgia dell’imperatore per l’usignolo. Il grande Imperatore si ammala così di una tristezza inguaribile che lo porta sul punto di morire, quando improvvisamente l’usignolo torna a fargli vista cantando per lui da una finestra. L’imperatore ritrova in quel canto e in quel gesto di sincera amicizia il gusto per la vita e per una bellezza autentica.
Fondazione TRG e Unione Musicale Onlus