Enrico Lo Verso in: “UNO NESSUNO CENTOMILA”
La pièce, riscritta in chiave minimal e attuale da Alessandra Pizzi, esplora i temi delle maschere e della crisi dell'io con leggerezza e sarcasmo. Definito dalla critica una "seduta di psicanalisi", lo spettacolo è un successo di pubblico e critica, contribuendo anche alla riscoperta di Pirandello, specialmente tra i giovani.
- In collaborazione con Associazione Revejo
Dal romanzo di Luigi Pirandello
CREDITI:
Adattamento e regia: Alessandra Pizzi
Con: Enrico Lo Verso
Produzione: Ergo Sum
Durata: 70 minuti
Lo spettacolo “evento” che ha realizzato oltre 500 sold out in Italia e all’estero, coinvolgendo oltre 400.00 spettatori, tra repliche serali e matinée. Insignito di premi e riconoscimenti, come il premio Franco Enriquez (ed. 2017) e il Premio Delia Cajelli per il teatro (ed. 2018), scritto in occasione del 150esimo anniversario della morte di Luigi Pirandello, da oltre 6 anni in tournée, continua a conquistare l’attenzione del pubblico e della critica. Merito di una riscrittura “minimal” ed essenziale (curata da Alessandra Pizzi, anche regista dello spettacolo) che è riuscita a “ridare vita” ai personaggi del romanzo in forma nuova ed attuale, tutti inseriti nel racconto delle vicende di un solo uomo, che è poi tutti. Ed è riuscita così a convincere un Enrico Lo Verso, ormai assente dalle scene teatrali da oltre un decennio, a dare corpo e voce a tutta la vicenda. Enrico Lo Verso torna così in teatro con uno spettacolo classico, ma estremamente attuale, parla di maschere e di crisi dell’io, ma lo fa con la leggerezza e il sarcasmo necessari a conquistare gli spettatori che tornano e ritornano a vedere lo spettacolo. Un fenomeno inconsueto quello attivato dallo spettacolo che registra il sold out ovunque e che vanta la presenza di un pubblico che ha già visto lo spettacolo tante e tante volte. Un’ operazione teatrale ben riuscita, di facile allestimento e di grande resa, che ha contribuito, forse, anche al recupero e alla conoscenza (specie tra i giovani), di uno dei più importanti esponenti del nostro paese. Lo spettacolo, com’è stato definito dalla critica, è una seduta di psicanalisi, in cui un conturbante, quanto istrionico Lo Verso, attraversa i meandri della conoscenza e restituisce al pubblico risposte, quelle semplici che fanno parte della nostra quotidianità, ma a cui spesso, presi dalle sovrastrutture sociali, non sappiamo guardare. In 70 minuti la fisicità dell’attore irrompe sul palco, né manca l’omaggio a quella sicilianità a cui, Pirandello prima, Alessandra Pizzi poi, e Lo Verso dopo, guardano con affetto e con quel giusto umorismo, come lo stesso autore di Girgenti ci ha insegnato a fare.
