reportage teatrale di e con Livia Grossi
musica dal vivo di Andrea Labanca
foto di Alex Majoli, Emiliano Boga, Alberto Roveri, Jacopo Barsotti
regia Gigi Gherzi
con il patrocinio di Amnesty International Italia
Tutto comincia in maniera ironica, quasi surreale, con un funzionario comunale che chiede alla sua interlocutrice informazioni circa la sua posizione sociale e lo stato civile. Quasi come se tutto fosse riconducibile a un freddo elenco di risposte, a un quiz con le crocette. Nonostante Voi – Storie di Donne Coraggio – il lavoro della giornalista Livia Grossi, passata (in questa circostanza) a fare informazione sul palco – si apre con un prologo autobiografico «necessario per introdurre le storie che seguono», spiegherà poi l’autrice. Lo spettacolo è una raccolta di tre vissuti femminili per parlare di identità negate, etichette poco gradite. Informazione sociale e condivisione.
Le protagoniste sono tre donne con cui la giornalista è venuta a contatto per motivi professionali. Pushka, 66 anni, albanese, è «una vergine giurata». Ovvero: una donna che da quarant’anni ha deciso di diventare “uomo” per difendere diritti e dignità. Funziona così dalle sue parti, quando non si hanno eredi maschi. Si cambia identità, sul piano sociale, per evitare soprusi e godere della giusta considerazione. Maria, sudamericana, è una rifugiata politica che Grossi ha incontrato a Milano. Una donna arrestata con l’accusa di terrorismo e liberata in seguito alla sua riconosciuta innocenza soltanto dopo otto anni di carcere. La sua è una storia di abuso di potere che supera confini geografici e temporali: e che riporta all’Italia degli anni di piombo, dove bastava muoversi in gruppo per essere accusati di radunata sediziosa. Con Marietù, invece, l’incontro è avvenuto in Senegal. La donna, dopo aver visto morire le sue figlie per infibulazione, ha deciso di ribellarsi a questa “tradizione” da cui non sfuggono tutte le bambine che si avvicinano alla pubertà. Missione compiuta: in soli dieci anni di lavoro, è riuscita a creare un movimento di donne che ha fatto cambiare le leggi del Parlamento di Dakar.